Il culto della Madonna della Lettera a San Pietro Apostolo
Il Comune di S. Pietro Apostolo – sin dalla sua prima formazione intorno al 1650 – è stato un feudo territoriale e amministrativo alle dipendenze della dinastia della famiglia Cigala – principi di Tiriolo e conti di Gimigliano, tant’è che la sua iniziale denominazione fu San Pietro a Tiriolo.
Ottenuta l’autonomia e l’indipendenza dai signori di Tiriolo, a seguito dell’unità d’Italia, il nome fu cambiato in quello attuale di San Pietro Apostolo, in onore di una antica effigie del Santo, ritrovata dai primi abitanti del luogo, e oggi proclamato e venerato come Santo Patrono del paese.
L’illustre e nobilissima famiglia Cigala, originaria di Genova, si diramò in molte città d’Italia tra cui Messina, Lecce, Cosenza e Napoli ove fu aggregata al Patriziato napoletano.
Primo principe di Tiriolo nel 1610 risulta il conte Carlo Cigala che ottiene la città-stato di Tiriolo da Francesco Maria Carafa, duca di Nocera, per la somma di 70.000 ducati con assenso regio del 1610. Divenne principe di Tiriolo nel 1630 con privilegio del re Filippo VI.
L’antico culto della Madonna della Lettera risale al secolo XVIII, quando ancora San Pietro a Tiriolo era – con le sue poche costruzioni – soltanto un casale adibito a magazzino per il deposito dei prodotti agricoli, da destinare al padrone delle terre assegnate e coltivate dai coloni sottoposti al principe Carlo Cigala.
Fu proprio il principe Carlo Cigala ad imporre il culto della Madonna che all’epoca veniva festeggiata ed osannata, solo in quel comprensorio cittadino.
Tra le famiglie benestanti del principato la cui ricchezza era legata al possesso di palazzi e grandi appezzamenti di terreno e precisamente a Gimigliano, si annovera la famiglia Minervini, alla quale viene dato da parte del Principe, il controllo su tutte le terre del Casale di San Pietro a Tiriolo. Si narra che il Principe, legato da buon messinese al culto della Madonna della Lettera abbia fatto erigere, in suo onore una chiesetta-cappella votiva, con tanto di statua lignea che ricalca in pieno la Madonna della Lettera onorata a Messina, ancora oggi esistente anche se in precarie condizioni statiche e murarie in posizione tale da poterla contemplata nei giorni di bel tempo dal proprio palazzo gentilizio di Tiriolo.
A motivo delle precarie condizioni in cui versa l’antica cappella della Madonna della Lettera, intorno agli anni ottanta del secolo scorso, tutta la popolazione sampietrese si adoperò per raccogliere fondi da destinare alla costruzione di una nuova chiesetta, che fu eretta nella stessa zona Colla a poche decine di metri dalla vecchia e malandata cappella.
Ancora oggi la popolazione sampietrese è fortemente legata a tale festa da riproporla ogni anno l’ultima settimana di settembre con due processioni, una che porta la Statua nella Chiesa Madre la domenica antecedente il giorno di festa e l’altra dopo aver percorso le strade principali del paese di rientro nella propria cappella nel giorno della festività. Quest’ultima venendo svolta in ore serali, è motivo di un’emozionante fiaccolata, che richiama un gran numero di persone e devoti da tutto il circondario.
Tutte le cerimonie religiose e la liturgia della festa, si svolgono nella nuova cappella, sita in contrada Colla, che dista un chilometro dal centro urbano, al cui interno è conservata la statua rinnovata e restaurata della Madonna.